Nel PNRR, alla cybersecurity sono destinati “solo” 620 milioni di euro. Ma al di là dei termini economici bisogna riconoscere che finalmente c’è una consapevolezza della questione. La cybersecurity è un tema chiave per la sicurezza nazionale che ci pone davanti nuove sfide e altrettante opportunità. Le sfide sono dettate dal futuro che avanza, da un’innovazione tecnologica e informatica che procede a ritmi inarrestabili. Le opportunità sono determinate invece da come saremo capaci di mettere a terra le risorse che l’Europa ha destinato per la ripartenza nazionale attraverso il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza.
Se apriamo l’orizzonte di osservazione le strade intraprese sono molteplici e parallele.
LE QUATTRO DIRETTRICI DELL’AZIONE DI GOVERNO
1. Le opportunità della digitalizzazione nel PNRR
Il PNRR, dedica alla componente 1 “digitalizzazione, innovazione e sicurezza nella Pa” circa 10 miliardi di euro. Nello specifico reti ultraveloci, 5G e sviluppo di un cloud nazionale e dell’effettiva interoperabilità delle banche dati con 6,31 miliardi e di tecnologie satellitari ed economia spaziale con 1,29 miliardi. È una grande opportunità da cogliere spingendo non solo sulla logica del “cloud first” e di quella che viene definita in gergo switch a “full digital” ma insistendo sulla tecnologia cloud anche e soprattutto come chiave difensiva e di protezione dei dati sensibili e delle infrastrutture critiche della pubblica amministrazione e non solo.
2. L’Agenzia nazionale per la cybersecurity
L’istituzione dell’Agenzia nazionale per la cybersecurity, è il passaggio fondamentale verso una “sovranità tecnologica nazionale” e lo sviluppo di strategie difensive, condivisione di know how e best practices. L’obiettivo dell’Agenzia è quello di attualizzare e adeguare il nostro comparto Cyber alle nuove e differenti sfide nazionali e internazionali prendendo consapevolezza della diversità concettuale della cyber resilience rispetto alle istanze della cyber intelligence, della cyber defence e della cyber investigation, in un percorso virtuoso di osmosi tra intelligenza artificiale e intelligenza umana, tra settore pubblico e privato.
3. La valorizzazione della partnership pubblico-privato
La difesa degli interessi nazionali ma anche l’economia di mercato, è la terza strada che il governo sta percorrendo. Ne è prova il percorso avviato per la realizzazione e la gestione del Polo strategico nazionale (Psn), l’infrastruttura destinata a ospitare “in cloud” i dati strategici della Pubblica amministrazione, finanziato dal PNRR con 900 milioni. Dove diverse cordate composte da aziende pubbliche e private nel campo della sicurezza dei dati, della difesa, dell’informatica si costituiranno in una Newco in caso di aggiudicazione della gara. Qual è la novità? La gara non sarà gestita dalla Consip, ma dalla società Difesa e Servizi Spa controllata dal Ministero della Difesa.
4. Collaborazione tra stati: l’Europa a che punto è?
Le azioni che sono state messe in campo dalla Commissione europea sono diverse:
la revisione della direttiva NIS (Direttiva 2016/1148 sulla sicurezza delle reti e dei sistemi informativi) che è il primo atto legislativo a livello europeo sulla sicurezza informatica con un obiettivo specifico, ossia raggiungere un livello comune elevato di sicurezza informatica in tutti gli Stati membri; la creazione di un’unità congiunta per il cyberspazio così da rafforzare la cooperazione tra le istituzioni, gli organismi e le Agenzie dell’Ue; la possibile adozione di norme orizzontali per migliorare la cybersecurity dei prodotti connessi presenti sul mercato interno;
l’istituzione di un Centro europeo di competenza per la cybersicurezza e la rete dei centri nazionali di coordinamento. Vuol dire gestione dei finanziamenti dell’Ue, degli Stati membri e indirettamente dell’industria.
Il Fondo europeo per la difesa sosterrà progetti collaborativi di ricerca e di sviluppo delle capacità nel settore della Difesa, così come l’Ue e la NATO continueranno a collaborare nell’ambito della cyberdefence tramite la squadra CERT-UE (EU’s Computer Emergency Response Team) e la Computer Incident Response Capability della NATO.
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